Segno dell’Aquario
Il segno dell’Aquario – parte 6
Quarta parte.
Divenuto adulto, Efesto si rivelò un geniale e astuto fabbro, capace delle più spettacolari invenzioni meccaniche realizzate col ferro e col fuoco. Infatti – continua a narrare il mito – è con gli artifizi, le magie e i mirabili trucchi di tecnica elaborati alla sua fucina, che Efesto cerca di impadronirsi del cuore della bellissima Afrodite, della quale era perdutamente innamorato.
Efesto si insospettisce che la Dea lo tradisca con il bellicoso Ares. La leggenda narra a questo punto che Efesto realizzò un ingegnoso letto o una terribile rete per imprigionare e umiliare il rivale.
Gli stessi dèi rimangono meravigliati della inventività di Efesto, tanto che per ottenere da lui la liberazione di Ares e Afrodite, gli mandano Dioniso come intermediario a trattare. Poi, il brutto Efesto, sciancato e indesiderato, viene chiamato da Giove a dimorare nell’Olimpo.
Intanto vediamo una caratteristica dell’Aquario nelle straordinarie attitudini di Efesto: il dono dell’inventiva, il talento per tutto ciò che è originale, creato con mezzi meccanici. Da rimarcare anche la salvezza, la rapidità di attuazione delle proprie idee (è tipico di Urano, pianeta dell’Acquario). Ma il mito fa capire che in Efesto c’è anche una debolezza spirituale, una contraddizione profonda.
La perfezione tecnica delle sue opere gli è sufficiente per farsi beffe degli dèi, dell’amore e della donna e affermare il proprio egocentrismo. D’altra parte egli carica di poteri magici le sue prodigiose opere meccaniche, sfidando le finalità religiose dello spirito umano e abusa della propria intelligenza rispetto al volere divino per imporsi sull’altrui libertà. Efesto vince ogni difficoltà in virtù del proprio ingegno inventivo, anima ciò che è inerte e rende inerte ciò che vuole essere invece animato e libero. Questo particolare esprime la compensazione di Efesto, che inflaziona l’ingegno razionale per tentare la rivincita del divino e lo spirituale.
E’ il trionfo dello sfruttamento razionale disarmonico dell’energia creativa a danno della comprensione istintiva. Egli assicura, da artefice, la vittoria del Fuoco, ma rompe l’armonia degli elementi e la sua fucina è il simbolo di una alchimia del ferro e del fuoco capace di realizzare il passaggio al divino.
Il mito indica nell’Aquario la potenza dell’ingegno umano nel cercare le vie possibili per uscire dalla relatività della condizione di isolamento terrestre e pragmatico e implica il primo tentativo dell’homo sapiens di rinunciare alla individualità per stabilire un dialogo con gli altri. Come Efesto riesce infine a superare il proprio tornaconto individuale, così il tipo Aquario rappresenta il superamento dell’Io per realizzarsi nel Noi, nella dimensione corale.
Roberto Sicuteri
Astrologia e Mito – Simboli e miti dello Zodiaco nella Psicologia del Profondo
L’archetipo rappresentato dal Sole in Aquario suggerisce la ricerca e lo studio dei testi teosofici. La presenza di Saturno, uno degli astri che guida l’Aquario, in Sagittario favorisce l’approfondimento di una nuova morale e una nuova filosofia di vita basata sulle pari opportunità e sul principio universale di unità e fratellanza. Questo cielo promuove la realizzazione di comunità sostenibili e spirituali che hanno a cuore il progresso dell’umanità e la protezione dell’ambiente.
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Lara Maria Sole
Il segno dell’Aquario – parte 5
Terza parte.
L’Aquario è il riscatto della cecità immanente per una nuova visione del trascendente.
Possiamo qui vedere anche – proprio nel gesto del gettar dietro di sé le “ossa della Grande Mater” – il superamento del vecchio contratto edipico con le forze ctonie del materno terrigeno che trae a sé gli uomini negandoli al Cielo, al dio. In tal modo il diluvio è il simbolo del riscatto, della rivincita del maschile e del virile, del Pater, nei confronti della invasione dell’Uroboro matriarcale, la Madre Terra allagante. Deucalione getta dietro di sé la “madre morta” e così può affermare il proprio virile che procrea nuovi uomini, più liberi di riconoscersi nella solidarietà voluta da padre Zeus.
Anche nella figura di Efesto è costellata una simbolica aquariana. Nella mitologia greca Efesto rappresenta la divinità del Fuoco, che corrisponde al dio Vulcano dei romani; personifica anche il Fulmine, quale espressione “armata” dell’ira degli dèi olimpici.
Figlio di Era e Giove, Efesto era nato brutto e deforme per cui la madre, vedendolo così sgradevole, lo aveva emarginato e allontanato dall’Olimpo, facendolo cadere sulla Terra.
Qui, il piccolo Efesto fu accolto amorevolmente dalle ninfe oceaniche che lo curarono occultandolo nell’isola di Lemmo dove fu amato da tutti gli abitanti, che lo presero in cura malgrado le sue penose minorazioni.
Roberto Sicuteri
Astrologia e Mito – Simboli e miti dello Zodiaco nella Psicologia del Profondo
Il segno dell’Aquario – parte 2
Seconda parte
André Barbault fa precedere ai miti più comuni l’immagine della dissoluzione di tutte le forme coeve e compatte, che avviene mediante un diluvio universale. E’ infatti nella tradizione più nota che il Diluvio Universale è stato un evento distruttivo, dirompente e riequilibratore su nuove basi.
Trasposta sul piano simbolico, l’immagine fa pensare ad un’acqua di vita che costringe gli uomini a elevarsi, ad uscire dal proprio limite creando nuove strutture in espansione. Ecco dunque un primo senso mitologemico dell’Aquario ed il significato allegorico dell’anfora che rovescia acqua sulla terra e il suo segno che esprime le onde minacciose.
L’acqua di Urano disintegra la materia e scioglie ogni rigidità, rimettendo nel gran gioco fluidico tutte le particelle costitutive liberate e liberantesi.
Infatti il significato principale dell’Aquario è lo spirito di fratellanza universale che nasce in ogni uomo che riesca a liberarsi della propria individualità egocentrica o delle dipendenze esterne.
Un mito interessante per capire l’Aquario è quello greco della leggenda di Deucalione.
Riferisce la mitologia che Zeus fosse profondamente irritato per la protervia e l’empietà della razza umana e per tale ragione decise di distruggerla con un diluvio. A questa tremenda minaccia divina risponde Prometeo, padre di Deucalione, re di Tessaglia, suggerendo al figlio di costruirsi una barca per salvarsi assieme alla moglie Pirra.
Infuria lo spaventoso diluvio e tutta la Grecia ne è sommersa. Ma Deucalione e Pirra scampano, con la loro navicella e approdano sul Monte Parnaso dove offrono voti a Giove.
Quindi, per ripopolare il paese chiede un aiuto all’oracolo. La risposta è, che velatosi il capo, egli e la moglie dovessero raccogliere e gettarsi dietro le spalle le “ossa della grande genitrice” e cioè le pietre della Terra: da questo lancio, nacquero rispettivamente uomini e donne divenendo così Deucalione il capostipite di una nuova umanità. Questo può significare appunto che tutta l’umanità è figlia della Terra e gli uomini nascono tutti fratelli da una stessa matrice. L’individualità di Deucalione e Pirra si dissolve nella coralità dei discendenti, non più cattivi ma redenti dal nuovo spirito comunitario, ma anche e soprattutto dal fatto che Deucalione stabilisce un nuovo rapporto fra gli uomini e il divino, proprio perchè egli accetta il diluvio-sacrificio e sul Parnaso chiede perdono al dio offeso. L’Aquario è il riscatto dalla cecità immanente per una nuova visione del trascendente.
Possiamo qui anche vedere – proprio nel gesto del gettar dietro di sé le “ossa della grande Mater” – il superamento del vecchio contratto edipico con le forze ctonie del materno terrigeno che trae a sé gli uomini negandoli al Cielo, al dio. In tal modo il diluvio è il simbolo del riscatto, della rivincita del maschile e del virile, del Pater, nei confronti della invasione dell’Uruboro matriarcale, la Madre terra allagante. Deucalione getta dietro di sé la “madre morta” e così può affermare il proprio virile che procrea nuovi uomini, più liberi di riconoscersi nella solidarietà voluta da Padre Zeus.
Roberto Sicuteri
Astrologia e Mito, Simboli e miti dello Zodiaco nella Psicologia del Profondo
Il segno dell’Aquario – parte 1
Prima parte
Il 20 Gennaio di ogni anno il Sole abbandona il Capricorno ed entra nella costellazione dell’Aquario mentre inizia la seconda fase dell’inverno. Sappiamo che originariamente il segno dell’Aquario era dominato da Saturno ma differenziato dal Crono della mitologia greca, distruttivo, avaro e solitario, che si riferisce invece al Capricorno. L’antico Saturno aquariano prendeva piuttosto una valenza mitologemica riferita al periodo romano: cioè il Dio dell’età dell’Oro, dove l’espansione diventa non già perdita di beni personali, bensì arricchimento riflesso dal benessere generale.
I “saturnali” romani erano infatti feste collettive: vi si celebravano tutti gli aspetti più vitali dell’uomo che esorcizzava qualunque rischio di perdita e privazione.
In epoca più recente invece è stato attribuito all’Aquario il pianeta Urano, del quale parleremo più avanti, a proposito dei pianeti.
Nell’Aquario si concludono tutti i cicli che riguardano la vita umana in senso strettamente soggettivo e di singolarità. L’Io come già si è accennato, abbandona la dimensione ristretta della propria fenomenologia per proiettarsi nel mondo, alla ricerca di una dialettica intersoggettiva dilatata, che annulli l’egoismo e l’individualismo. Abbandonare le proprie sicurezze per cercare il mondo, è la divisa dell’Aquario. E’ il popolo di Israele che non può rimanere nel campo, ma deve continuare il suo cammino verso la terra promessa.
Wilczrkowski scrive: “E’ a questo comandamento che obbedisce l’uomo Aquario, sensibile alle voci dell’Al di là, attento agli appelli misteriosi. D’istinto si volge verso scopi più elevati. D’istinto si sente attirato verso il mondo superiore, d’istinto aspira alla perfezione; ma non più alla perfezione corporea che tormenta l’uomo della Bilancia, ma alla forma immateriale, essenziale, trascendente. Questa reintegrazione dell’Aquario nell’assoluto avviene – secondo il grande studioso di tipologia cosmica E. Krafft – attraverso Nettuno, astro dei Pesci, che rappresenta l’archetipo della dissoluzione alchemica e mistica, della fusione finale e della trasfigurazione.
Molti sono i miti che sostengono la struttura simbolica dell’Aquario e gli astrologi ne citano alcuni con una costante netta per caratterizzare il senso zodiacale dell’undicesimo segno. Wilczrkowski cita i cicli mitici di Ganimede ed Efeso per lumeggiare i tratti umani dell’aquariano. Le storie si imperniano sul problema della liberazione dell’uomo dalla pesantezza del destino concreto e dalle vischiosità materiali. Come nel Capricorno c’è Saturno che rallenta o toglie, così nell’Aquario c’è Urano che accelera, iperdinamizza e offre il nuovo. Saturno scandisce il tempo, mentre Urano lo trascende e in certi casi lo annulla. Infatti Urano è associato alla comunicazione rapida, al fulmine, all’elettricità, al terremoto, all’esplosione ed allo choc.
Roberto Sicuteri
Astrologia e Mito, Simboli e miti dello Zodiaco nella Psicologia del Profondo